LE CADENZE ARMONICHE


La cadenza è quella tendenza che hanno i vari accordi a convergere verso la tonica che è il centro della tonalità.

La si trova o alla conclusione del brano musicale, o nei vari punti di sospensione di semifrasi, frasi e periodi musicali!

Che significa tutto questo???

Vuol dire in parole povere che ogni qualvolta noi ascoltiamo un brano musicale, che sia un'opera di Mozart oppure una canzone di musica leggera (o qualsiasi altro genere), abbiamo la sensazione di vivere all'ascolto sia delle "conclusioni intermedie" nel corso del brano, sia la conclusione del brano.

Questa netta sensazione che riceviamo all'ascolto che ci porta a pensare: "è finito il brano" oppure : "è finito un fraseggio (in una canzone di musica leggera può essere identificata come: "è finita la strofa" oppure: "è finito il ritornello"!) " in musica si chiama cadenza ed ha delle leggi ben definite, delle regole che ci permettono di poterla realizzare.

Quindi è ovvio pensare che le cadenze sono importantissime visto che senza di esse un brano non terminerebbe mai (o meglio non ci darebbe mai la sensazione all'ascolto che è finito!)... un po' come vivere per sempre senza morire mai.... un vero e proprio inferno!

Queste risoluzioni naturali che il nostro udito ha bisogno di ascoltare sono dovute al fatto che, in musica, qualsiasi composizione ha un accordo di riferimento, l'accordo sulla tonica che in armonia si chiama fondamentale; esempio: un brano in Do maggiore verterà tutto attorno all'accordo di Do maggiore attorno al quale ruotano tutti gli altri accordi nel senso che, anche se si componesse un brano creativissimo, fatto di tante modulazioni transitorie ed arricchimenti, alla fine si sentirà la necessità di ritornare in un modo o nell'altro all'accordo iniziale di riferimento.

Più nello specifico, sintetizzando, si potrebbe dire che la vera necessità che l'orecchio umano avverte è il sentire alla fine (di un fraseggio o dell'intero brano) la risoluzione sulla tonica (nell'esempio di Do maggiore, la risoluzione sul Do).

Che s'intende per risoluzione sulla tonica?

S'intende il sentire la sensibile che va verso (risolve sulla) la tonica!

Ricordate che cos'è la sensibile (vedi lezione sulle scale)?

Si chiama sensibile il VII grado di una scala, solo se dista dalla tonica di un semitono, sennò si chiama sottotonica.

Nelle scale maggiori (T-T-ST-T-T-T-ST) il VII grado è sempre sensibile visto che l'ultimo intervallo della successione è un semitono; invece per le scale minori non è sempre così: la scala minore naturale non ha il VII grado sensibile ma lo ha come sottotonica (infatti la successione è: T-ST-T-T-ST-T-T dove l'ultimo intervallo è un tono) mentre sia l'armonica sia la melodica hanno il VII grado alterato di un semitono in senso ascendente e quindi può essere chiamato sensibile, visto che l'alterazione aggiunta riduce il tono finale a semitono.

Si potrebbe quindi dire che, per le regole dell'armonia classica, se un pezzo viene composto armonizzandolo con accordi presi solo dalla scala minore naturale, non potrà mai dare la sensazione di chiusura finale perchè non avremmo mai la possibilità di far sentire la sensibile (che non esiste) che risolve sulla tonica!

Questo oggi avviene solo in alcuni casi  visto che, nel corso del tempo, sono stati sperimentati tanti di quei generi musicali nuovi i quali hanno generato diversi modi armonici di chiudere un fraseggio o l'intero brano basati soprattutto sulla sensazione nuova particolare che su una regola ben definita (pensiamo alla musica elettronica, per esempio!).

La regola che ci permette di creare la sensazione di conclusione finale è quella di costruire un accordo che abbia la sensibile (e non solo) prima di far sentire l'accordo finale (l'accordo sulla tonica).

Questo accordo è l'accordo di 7ª di dominante, ovvero l'accordo di 7ª costruito sul V grado.

Esempio in Do maggiore:

Per finire un fraseggio composto in Do maggiore, qualsiasi essi siano gli accordi che noi abbiamo suonato fino ad ora, inseriremo ad un certo punto l'accordo di Sol7 (Sol-Si-Re-Fa) e poi subito dopo l'accordo di Do maggiore:

 

L'accordo Di Sol7 è rappresentato nella 2ª posizione melodica, con la 3ª all'acuto perchè, in questo esempio, la 3ª corrisponde alla famosa sensibile (il Si) cosicchè sarà più facile all'ascolto avere la famosa sensazione di chiusura (sensibile verso tonica).

In questo caso la sensibile prende anche il nome di sensibile tonale.

Inoltre, l'accordo di Sol7 possiede al suo interno anche il IV grado della scala di Do maggiore (il Fa) che funge anch'esso da sensibile, meno incisiva ma importante lo stesso, la sensibile modale appunto perchè, risolvendo, scenderà naturalmente sul III grado della scala che è l'unico grado che ci può dire con certezza se stiamo nel modo minore o maggiore (determina il modo, appunto!).

Il Si risolve sul Do salendo di un semitono (note verdi) ed il Fa risolve sul Mi scendendo di un semitono (note rosse); praticamente in musica dove c'è un semitono c'è un'attrazione naturale verso qualcosa!

Infine le altre note risolvono così:

- il Sol è presente anche in Do maggiore, quindi andrà ripetuto (e questo lega ancora di più i 2 accordi) ed il Re scenderà di un tono verso la fondamentale (che quindi si rafforza ancora di più con il secondo Do).

Questa qui si chiama cadenza perfetta ed è utillizzata sempre alla fine di un brano.

 

Ovviamente il tutto si potrebbe ottenere anche con una triade (accordo di Sol maggiore, senza la 7ª) ma l'inserimento della 7ª è come una... garanzia uditiva in più e si consiglia di pensare sempre ad una cadenza perfetta con l'accordo di 7ª di dominante (e non solo con l'accordo sul V grado) anche perchè così si imparano più velocemente tutti gli accordi di 7ª di dominante delle varie tonalità e ciò è molto utile per poter iniziare pian pianino a modulare da una tonalità all'altra visto che alcuni accordi da 3 suoni possono trovarsi uguali in alcune tonalità (es: in Do maggiore l'accordo sul IV grado è Fa maggiore che è anche  l'accordo sul I grado nella tonalità di Fa maggiore) ma la loro 7ª minore no (ricordiamo che l'accordo di 7ª di dominante è un accordo formato da un accordo perfetto maggiore più la sua 7ª minore, quindi estranea alla tonalità): infatti il Fa dell'accordo di Sol7 non è alterato in # come dovrebbe essere in Sol maggiore e quindi preannuncia un cambiamento di tonalità o una modulazione temporanea.

Esempio:

se io sto in Do maggiore e suono l'accordo sul IV grado, Fa maggiore, rimango sempre nella tonalità di Do maggiore ma se dopo suono Fa7, la 7ª che sto inserendo, in Fa maggiore, è Mib che non rientra in Do maggiore, quindi si potrebbe fare un passaggio di tonalità verso Sib maggiore, visto che Fa7 è l'accordo di 7ª di dominante nella tonalità di Sib maggiore!

            Do maggiore                  Fa maggiore                  Fa7                                  Sib maggiore


Le cadenze si suddividono in 2 gruppi: le cadenze finali e le cadenze sospese;

  •  le cadenze finali : sono quelle che terminano sull'accordo di tonica allo stato fondamentale (senza rivolti, con la     tonica sia al basso che all'acuto). Si usano per concludere o un fraseggio o un intero brano musicale. Possono essere di 2 tipi:
  1. cadenza perfetta (che abbiamo gia visto)  ci sarà anche utilissima per riconoscere un vero     e proprio cambio di tonalità (come il precedente esempio da Do maggiore a Sib maggiore);
  2. cadenza plagale  quando risolve dall'accordo del IV grado (sottodominante); in questo caso la sensazione di conclusione è parziale visto che l'accordo sul IV grado non contiene la sensibile, quindi si usa farla anticipare da una cadenza perfetta:


È di bellissimo effetto, nel modo maggiore, risolvere con una cadenza plagale ottenuta utilizzando l'accordo sul IV grado in minore:

  •  le cadenze sospese sono quelle in cui:

 

             A) l'accordo di tonica o di dominante (o tutti e due) è/sono  sottoforma di rivolto (cadenza                            imperfetta);

             B) si passa da un accordo all'accordo di dominante (semicadenza);

             C) si passa dall'accordo di dominante ad un altro accordo (cadenza evitata).

 

Per capire meglio le cadenze sospese (soprattutto il caso A) ci conviene suonare gli accordi anche con il basso (suonandolo nella chiave di Fa con l'ottava).

Ora le analizzeremo tutte!

Cadenza imperfetta

Nel caso A, anche se si tratta di un passaggio V-I, non viene classificato come cadenza perfetta ma imperfetta:

                                     I rivolto I grado / I rivolto V grado                         II rivolto I    e   V grado                                                                       

Nelle cadenze imperfette, con il fatto che gli accordi non sono allo stato fondamentale ma appaiono sottoforma di rivolti, la sensazione all'udito non è di conclusione netta ma come di una conclusione... con qualcosa da dire ancora, tanto per intenderci!

Ecco perchè si chiamano imperfette.

Semicadenze

Nel caso B, l'accordo su cui risolvere non è l'accordo sulla tonica ma l'accordo sulla dominante e ci si arriva da altri accordi costruiti armonizzando la scala.

Essi sono il I, il II, il IV e il VI, quindi le relative semicadenze sono le seguenti successioni:

 

 I-V

II-V

IV-V

VI-V

                              I-V                                 II-V                              IV-V                               VI-V

Si chiamano semicadenze appunto perchè, anche se in gioco c'è il V grado, tipico delle cadenze, esso funge non da accordo che risolve, ma da accordo... risoluto!

Sono tutte semicadenze anche quelle con uno o tutti e due gli accordi sotto forma di rivolto.

Cadenze evitate

Nel caso C, l'accordo iniziale è quello sul V grado, ma invece di risolvere sulla fondamentale, risolve su un altro accordo (da qui il nome di evitate!); le cadenze evitate risolvono sul II, III, IV e VI grado , quindi le combinazioni sono:

 

V-II

V-III

V-IV

V-VI

                              V-II                               V-III                               V-IV                              V-VI

Sono tutte cadenze evitate anche quelle con uno o tutti e due gli accordi sotto forma di rivolto.


Detto ciò potremmo riassumere il tutto come segue:


Quindi capiamo anche quante possibili combinazioni (attraverso i rivolti) possiamo avere di questi piccoli mattoncini di musica che ci serviranno a preparare le sensazioni di chiusura nel nostro teorico brano che stiamo componendo!

Alcune  si possono collegare tra loro formando dei passaggi di 3 o 4 accordi che costituiscono la stragande maggioranza di passaggi armonici usati; essi si chiamano formule di cadenza e sono di 3 tipi:

 

Formula di cadenza perfetta


 E' l'unione di una semicadenza  con una cadenza perfetta; l'accordo sul V e I  grado finale sempre allo stato fondamentale. Le  combinazioni sono:

 

I-V-I

 

II-V-I


IV-V-I

 

VI-V-I

 

                           I-V-I                             II-V-I                             IV-V-I                            VI-V-I


Formula di cadenza imperfetta


E' l'unione di una semicadenza con una cadenza imperfettaL'accordo sul I e sul V finali (uno dei 2 o tutt'e 2) deve essere sottoforma di rivolto. Le combinazioni sono:

 

I-V-I

 

II-V-I


IV-V-I

 

VI-V-I

                 I-V (1ª rivolto) -I             II-V-I (2ª rivolto)            IV-V-I (1ª rivolto)           VI-V (1ª rivolto)

                                                                                                                                           I(2ª rivolto)


Formula di cadenza evitata 


E' l'unione di una semicadenza con una cadenza evitata; le varie possibilità di incastro delle formule di cadenza evitata sono 16 in tutto e corrispondono a tutte le possibili combinazioni tra le 4 semicadenze e le 4 cadenze evitate:

                                    

                                semicadenze                                                   cadenze evitate

Qui di seguito riporto solo le seguenti combinazioni:

 

I-V-VI

II-V-IV

IV-V-III

VI-V-II

                           I-V-VI                           II-V-IV                          IV-V-III                           VI-V-II


N.B.

Si calcoli che ci sono infinite possibilità oltre quelle esposte (visto che si possono usare i rivolti degli accordi) e si comprenda che tutto quello detto in questa lezione vale anche per il modo minore (ovviamente l'accordo di 7ª di dominante nel modo minore dovrà essere preso dalla scala armonica (o melodica) che posseggono il VII grado alterato e quindi sensibile!).

In tutti gli esempi fatti in Do maggiore basterà cambiare  tutti i Mi che si incontrano in Mib, tutti i La in Lab e tutti i Si in SIb (solo se non si tratta dell'accordo del V grado, che in quel caso il Si dovrà essere bequadro per poter creare la sensibile con il Do successivo) per poter trasformare tutti gli esempi da Do maggiore a Do minore (che ha infatti in chiave il Si, il Mi ed il La in bemolle!).

Prima di affrontare  i primi giri armonici più conosciuti e le prime modulazioni tra tonalità vi consiglio di andare all'approfondimento sulla successione I-IV-V-I che sarà importante per capire molte cose su come muoversi tra i vari passaggi di accordi in genere!

FINE LEZIONE - LE CADENZE ARMONICHE

P.S.

 

Per chi volesse approfondire gli argomenti or ora trattati può farlo attraverso il mio testo "CORSO DI COMPOSIZIONE"; vai alla presentazione cliccando la copertina!

 

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