IL PENTAGRAMMA

Per capire il perchè si è arrivati ad usare una serie di 5 righe orizzontali messe una sopra l'altra (PENTAGRAMMA) come sistema di scrittura delle note e quindi della musica in generale, bisogna prima capire "a grosse linee" (!)  che cosa si intende quando si parla del suono.

 

Il SUONO è il fenomeno prodotto sull'orecchio umano dalle vibrazioni   di un corpo in oscillazione che noi percepiamo grazie ad un mezzo interposto attraverso il quale si trasmettono  (comunemente è l'aria ma anche qualsiasi corpo liquido o solido può esserlo).

 La qualità per la quale un suono è più o meno acuto di un altro dipende appunto dal numero di vibrazioni che il corpo sonoro che le produce compie in un secondo.

Sul pianoforte, per esempio, qualsiasi nota ha il doppio delle vibrazioni della stessa nota presa un'ottava più in basso e la metà di quella presa un'ottava più in alto.

 

P.S.: Dicesi OTTAVA la distanza tra due suoni con nome uguale ottenuta dalla successione delle 7 note + la prima ripetuta con vibrazioni doppie (es.: DO-re-mi-fa-sol-la-si-DO)

 

   Questo DO ha 130.8 v/sec             Questo DO (centrale) ha 261.6 v/sec            Questo DO ha 523.2 v/sec

Ad un certo punto della storia (...) si stabilì che i suoni musicali e la loro relativa altezza potevano rappresentarsi con dei segni specifici (note) posti su di una "griglia", una successione di linee parallele dove, sia la linea che lo spazio che si venivano a creare tra due linee avessero uguale scopo, ovvero di stabilire la posizione di ogni singolo           RE              DO              MI  suono (l'altezza di ognuno) intendendo i suoni in  successione ascendente e discendente.                           Quindi, per esempio:

Se una nota su una riga la chiamiamo RE, lo spazio prima lo chiameremo DO e quello dopo MI, seguendo l'ordine delle sette note (DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI) ripetute in successione, sia in senso ascendente che in quello discendente.

Delle teoriche infinite righe (poste in orizzontale l'una sull'altra) esistenti, si decise di prenderne come riferimento solo 5 (PENTAGRAMMA) e si escogitò un sistema con il quale, usando sempre 5 righe e mettendo un segno convenzionale ben preciso all'inizio (CHIAVE) diverso ogni volta, si potevano rappresentare più registri di suoni di differente altezza evitando quindi inutili righe in più.

Prendiamo ad esempio il pianoforte:

                                                                    Do Centrale

Stabilendo che il Do centrale del pianoforte si raffiguri sul pentagramma come "nota su una riga", sviluppiamo le 5 linee in senso ascendente e le 5 in senso discendente:

 

 

 

 

In senso ascendente avremo una serie di 9 suoni (5 righe e 4 spazi) relative alle note che stanno "alla destra" del do centrale sul pianoforte e che verranno suonate con la mano destra.

 

In senso discendente avremo una serie di 9 suoni (5 righe e 4 spazi) relative alle note che stanno "alla sinistra" del do centrale sul pianoforte e che verranno suonate con la mano sinistra!

Nel corso del tempo poi,  si decise di "sottintendere" la riga del do centrale e di non segnarla più se non nei casi in cui fosse indispensabile; in più si sono anche allontanati  i due pentagrammi, per un motivo di ordine e di spazio ottenuto da usare per eventuali annotazioni, arrivando allo schema classico oggi conosciuto:

 

Che cosa sono quei segni grafici all'inizio dei pentagramma? LE CHIAVI MUSICALI.

 

Che cosa sono quei numerini dopo le chiavi? Indica il TEMPO del pezzo musicale. 

 

P.S.

Come si potrà notare, con questo sistema si possono colllocare e definire sul pianoforte almeno 21 note di base (vedremo che in realtà se ne potranno individuare molte di più con il sistema dei tagli addizionali):

 - 9 (5 linee e 4 spazi) derivanti dalla chiave di Fa (mano sinistra)

 - 9 (5 linee e 4 spazi) derivanti dalla chiave di Sol (mano destra)

 - 3 (1 linea e 2 spazi) derivanti (attenzione!) dalla riga del do centrale e dai 2 spazi che ne derivano, uno         prima e uno dopo!

FINE LEZIONE - IL PENTAGRAMMA

P.S.

 

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